Computer, tablet, smartphone e televisori sono vere e proprie miniere d’oro,per coloro che operano nello Smaltimento veloce materiale elettrico Milano
addirittura più ricche di quelle naturali: se in una tonnellata di roccia sono presenti in media 50 grammi d’oro, in una tonnellata di rifiuti elettronici ce ne sono almeno 100 grammi. per estrarli non servono picconi o setacci, ma solo la giusta chimica, come spiega, docente di chimica fisica applicata al politecnico di milano e protagonista della nuova puntata della rubrica video #ilpolimirisponde. e’ molto importante che i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee) vengano raccolti e riciclati per ottenere questi metalli”, afferma l’esperto. il ciclo comincia dalla raccolta differenziata, effettuata solitamente da consorzi.
i rifiuti vengono smontati per ottenere le schede, come quelle dei telefonino o della memoria dei computer: tritate in piccoli pezzetti, “vengono attaccate chimicamente con soluzioni che corrodono in maniera selettiva, per consentire il recupero di un metallo alla volta”, spiega masi. “e’ come prendere una bustina con tanti tipi di tè e immergerla nell’acqua ottenendo il gusto di un particolare tè alla volta”. la soluzione contenente il metallo estratto dalla scheda viene poi versata in un altro recipiente e attraverso una cella elettrochimica, un dispositivo capace di convertire l’energia elettrica in energia chimica e viceversa, si ottiene la deposizione selettiva del metallo puro.
“la spazzatura elettronica è ben più ricca rispetto al minerale naturale da cui estraggo i metalli vergini la prima volta”, sottolinea masi. “uuna classica miniera d’oro contiene circa 50 grammi d’oro su una tonnellata di roccia, mentre una tonnellata di rifiuti elettronici ha almeno 100 grammi d’oro, 300 chili di rame e 100 chili di altri metalli come stagno e piombo”. come dobbiamo gestire l’inondazione dei rifiuti di plastica se non vogliamo più vederli impigliati tra i rami degli alberi, fluttuare tra le correnti oceaniche od ostruire lo stomaco di uccelli marini e balene?
secondo un rapporto pubblicato dal forum economico mondiale, è previsto che la produzione di plastica raddoppi nei prossimi 20 anni. i tassi di riciclaggio della plastica, nel frattempo, si aggirano intorno al 30% in europa, appena il 9% negli stati uniti, e zero o quasi in gran parte dei paesi in via di sviluppo. a gennaio 2019 un consorzio di società petrolchimiche e di beni di consumo denominato alliance to end plastic waste, in cui si annoverano exxon, dow, total, shell, chevron phillips e procter & gamble, si è impegnato a spendere 1,5 miliardi di dollari in cinque anni per risolvere questo problema.
l’obiettivo è supportare l’utilizzo di materiali e sistemi di distribuzione alternativi, incrementare i programmi di riciclaggio e, questione più delicata, promuovere tecnologie che trasformino la plastica in combustibile o energia. gli inceneritori specializzati che bruciano plastica e altri rifiuti urbani possono produrre abbastanza calore e vapore da azionare le turbine e generare elettricità per la rete locale. l’unione europea, che limita le autorizzazioni alle discariche di rifiuti organici, brucia già quasi il 42% dei rifiuti che produce, mentre gli stati uniti bruciano il 12,5%.
secondo il world energy council, un’organizzazione accreditata delle nazioni unite che promuove una serie di fonti e tecnologie energetiche, il settore della termovalorizzazione probabilmente vedrà una crescita costante nei prossimi anni, in particolare nella regione dell’asia pacifica. la cina ha già circa 300 impianti di termovalorizzazione in funzione, e altre centinaia in cantiere. “
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